Roll out del primo F-35 costruito all’aeroporto militare di Cameri

Presentazione del velivolo multi­ruolo dedicata al personale che lo ha assemblato

di Claudio Toselli

f35
L’F-35 a Cameri prima del roll out (foto Lochkeed Martin)
L'F-35 durante il roll-out (foto Lochkeed Martin)
L’F-35 durante il roll out (foto Lochkeed Martin)

Il 12 marzo 2015, negli stabilimenti FACO all’interno dell’aeroporto militare di Cameri, vicino a Novara, durante una cerimonia riservata agli addetti ai lavori, ha effettuato il roll­ out il primo aereo F­-35 costruito in questo polo industriale.

L’Italia costruirà novanta esemplari di questo caccia di quinta generazione, dei quali otto sono già stati acquistati dal Ministero della Difesa italiano. In totale sessanta F­-35A più trenta F­-35B saranno gestiti dall’Aeronautica Militare e dall’Aviazione Navale presso la base di Grottaglie.  Oltre alla costruzione degli esemplari italiani la FACO sarà anche polo di manutenzione, riparazione, revisione ed aggiornamento di tutti gli F-35 rischierati in Europa.

L’area FACO (Final Assembly and Check Out), che si estende su una superfice di circa 500.000 mq., ospita venti fabbricati divisi in produttivi, tecnologici, logistici e di servizio, per una superfice di oltre 1000 mq. mentre il rimanente spazio è dedicato a viabilità, parcheggi, aree di servizio e superfice verde. Il complesso sorge all’interno dell’Aeroporto militare di Cameri ed è destinato alla produzione di componenti alari ed all’assemblaggio finale dei velivoli Lockheed Martin F-35.

Alla presentazione dell’F-35AL­1” ha partecipato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Generale Pasquale Preziosa, il Generale Lucio Bianchi, Comandante del Centro Polifunzionale Velivoli Tattici e dal Generale Francesco Langella, Direttore di Armaereo nonchè dirigenti di Alenia e di Lochkeed Martin.   AL­1 – così è siglato il modello di F-35 “Ctol” (Conventional Take Off and Landing) a decollo e atterraggio convenzionali, la “L” della sigla indica i velivoli italiani – dopo la verniciatura definitiva e i primi test di volo, verrà trasferito negli States sulla base di Luke in Arizona dove verrà utilizzato per l’addestramento dei piloti. Il primo esemplare operativo sarà consegnato all’Aeronautica Militare entro la fine del 2015 ed il suo arrivo permetterà la sostituzione graduale degli AV­8B Harrier della Aviazione di Marina e degli AMX e Tornado dell’Aeronautica Militare.

Il Joint Strike Fighter F-35 (JSF) o F-35 Lightning II, è un velivolo multi­ruolo con uno spiccato orientamento per l’attacco aria-suolo, Stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un’ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi­preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest’era successiva alla Guerra Fredda. Nello specifico può soddisfare un ampio spettro di missioni, a conferma della notevole versatilità della macchina, assolvendo compiti di operazioni di proiezione in profondità del “potere aereo”, di oppressione dei sistemi d’arma missilistici avversari e di concorso al conseguimento della superiorità aerea e può offrire un ottimo supporto ravvicinato alle forze di superficie e svolgere una determinante azione di raccolta, elaborazione e distribuzione in rete di dati e immagini, grazie ai sofisticatissimi sensori di cui è dotato. Questa importante e peculiare capacità permetterà, in maniera assolutamente innovativa e a fronte della propria eccellenza sensoriale, di poter concorrere anche a missioni di supporto alla Protezione Civile e ad altri Enti e Agenzie di natura civile Inoltre, il progetto prevede anche importanti opportunità e ricadute sull’industria italiana, in termini di partecipazione industriale al lavoro e di trasferimento di tecnologie.

Come comunicato dal Dipartimento della Difesa statunitense, sarà pronta non più tardi del dicembre 2015 la prima tranche di cacciabombardieri F­35 prodotta da Lockheed Martin. La produzione ha subito una serie di ritardi dovuti anche a problemi tecnici. Sono tre i modelli del velivolo: quello a decollo rapido per i Marines, che è il più complesso perchè prevede un sistema di propulsione che permette al cacciabombardiere di stazionare in volo e atterrare verticalmente come un elicottero (pronto per la fine del 2015), quello per l’Aeronautica Militare (che sarà pronto entro fine 2016) e quello per la Marina Militare (fine 2019).

È un risultato di grande importanza strategica che pone il nostro Paese in una posizione rilevante nel Programma “JSF” in termini di ricadute industriali e occupazionali.

(Edp)

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