Un accordo che promuove nuove forme di collaborazione e maggiore integrazione per valorizzare l’expertise e gli assetti in possesso dell’Esercito Italiano nei molteplici contesti di intervento del Servizio Nazionale della Protezione Civile: è quanto hanno firmato il Capo di Stato Maggiore, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, e il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Ing. Fabrizio Curcio.
L’accordo, di durata triennale, mira a rafforzare il rapporto di collaborazione e cooperazione esistente non solo in situazioni emergenziali, in cui le Forze Armate – individuate dalla normativa come strutture operative di protezione civile – hanno sempre svolto un ruolo prezioso, ma anche in attività di pianificazione, esercitazione e prevenzione delle emergenze di protezione civile, nell’integrazione delle reciproche procedure e modalità di funzionamento e concorso in emergenza, nello studio e ricerca di comune interesse.
«Coordinamento e integrazione tra le diverse strutture del sistema di protezione civile sono elementi centrali per una gestione efficace dell’emergenza, lo testiamo ogni volta che siamo chiamati in supporto dei territori colpiti da calamità – ha ricordato l’ing. Fabrizio Curcio -. L’aiuto che i militari dell’Esercito Italiano possono garantire al sistema di protezione civile lo abbiamo visto, per esempio, nell’alluvione che nel novembre 2013 ha pesantemente colpito la Sardegna: il nostro obiettivo è quello di implementare ulteriormente la capacità di risposta, e questo lo possiamo fare se insieme per tempo ci prepariamo, come stiamo facendo in vista dell’esercitazione Odescalchi 2016».
Una particolare attenzione è dedicata alle attività di formazione del personale finalizzate a ottimizzare la capacità di risposta complessiva del Sistema di Protezione Civile in caso di eventi calamitosi, nonché alla partecipazione ad attività esercitative al fine di testare l’integrazione dei piani di settore avendo come obiettivo una gestione unitaria degli eventi di protezione civile.
Nell’accordo, inoltre, sono previste l’analisi e la valutazione dei dispositivi di pronto impiego di Esercito e Dipartimento attivabili a supporto della prima fase di gestione delle emergenze di protezione civile e la possibilità di dislocare materiali destinati all’assistenza alla popolazione nelle strutture a disposizione dell’esercito sul territorio nazionale, al fine di favorire l’omogenea distribuzione sul territorio delle risorse e ottimizzare la capacità di risposta del sistema nazionale di protezione civile in situazioni emergenziali.
Fonte (Ufficio Stampa Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 13 luglio 2015)
(EdP-mb)