Un controllore di volo puntualizza

Pubblichiamo di seguito la nota che ci è giunta oggi da un controllore di volo E.N.A.V. (in risposta al comunicato dal titolo “Falconara: aeroporto. Cisl, ‘L’Enav taglia le ali al Sanzio'” a firma Roberto Ascani e Marco Ferracuti di FIT CISL MARCHE, pubblicato sul Web l’8 gennaio scorso dal quotidiano della città e del territorio “Vivere Ancona” e ripreso lo stesso giorno da “L’eco della pista” nella rubrica “Rassegna stampa”). Preso atto di quanto dichiarato oggi dall’estensore della risposta e senza voler entrare nel merito della trattazione, giriamo la nota in argomento agli autori del comunicato sopra riferito.

Sono un controllore di volo dipendente di ENAV S.p.A. (Ente Nazionale Assistenza al Volo) e uno dei rappresentanti della sezione aeroporti del sindacato più rappresentativo di Enav, nonché unico sindacato che da tempo  si oppone ad piano di ristrutturazione aziendale che non ha nessuna logica di risparmio e benefit per il personale: UN.I.C.A. (Unione Italiana Controllo e Assistenza al Volo).
Ho avuto il piacere di leggere alcuni articoli da Voi pubblicati che riguardano la situazione dell’aeroporto di Ancona Falconara, e mi sembra doveroso scriverVi la seguente perché, per una corretta informazione, bisogna aggiungere alcuni particolari omessi. Per far ciò mi trovo costretto a fare una breve panoramica su quanto sta accadendo in Enav in questo momento.
Quanto  riportato per l’aeroporto in oggetto, sta accadendo in 21 aeroporto italiani, considerati minori da Enav, così come correttamente riportato dal comunicato FIT Cisl Marche. Il problema è che questa “riorganizzazione aziendale” è frutto di una applicazione contrattuale, voluta proprio dalle Organizzazioni Sindacali Confederali e che ha visto nella Cisl il più accanito sostenitore.

Infatti, dal 9 al 15 Dicembre 2014 si è svolto un “referendum farsa” per l’approvazione del ns prossimo CCNL firmato a maggio dalla dirigenza della società con CGIL, CISL, UIL, UGL ed in vigore dal 1° gennaio 2015. Lo definisco così perché solo così si può definire un referendum tra i lavoratori in cui:

– il referendum è stato interamente organizzato e gestito, dall’inizio alla fine, da chi era per i SI (nonostante una diffida legale presentata dal sindacato autonomo);

– nessun dipendente non iscritto ad uno dei sindacati del fronte del SI ha potuto far parte delle commissioni elettorali (nonostante il referendum fosse stato chiesto dal sindacato autonomo che a tal scopo all’indomani della firma del CCNL in pochissimi giorni ha raccolto la firma di ca. metà dei dipendenti di Enav S.p.A.);

– le urne non erano sigillate né era stato utilizzato alcun altro accorgimento anticontraffazione;

– le urne sono state sempre nella piena e totale disponibilità del comitato del SI per tutto il periodo delle votazioni (e dello spoglio);

– molti dipendenti non hanno potuto votare per mancanza di seggio sul loro luogo di lavoro e di adeguata informazione su dove e quando andare a votare;

– i votanti non sono stati sempre identificati con valido documento di riconoscimento (nessuno garantisce che alcuni non abbiano votato per altri o che qualcuno abbia votato più volte nello stesso seggio o in più seggi);

– in qualche posto si è potuto votare solo per un paio d’ore in seggi definiti “volanti” appositamente spostati da altre località;

– in alcuni seggi gli orari e i giorni di prevista apertura sono stati modificati senza sufficiente informazione né preavviso impedendo così a molti di poter votare:

– in qualche caso sulle urne era affisso un volantino dei sindacati firmatari del CCNL che invitava a votare SI;

– in qualche caso le urne erano totalmente incustodite e alla mercé di chiunque;

– l’urna del più grande centro radar italiano (Roma Ciampino – ci lavorano ca. 600 dipendenti di ENAV) è stata prelevata dal seggio il 13/12 sera per essere portata in “località segreta” (si dice la sede centrale di ENAV in via Salaria 716). E’ riapparsa a Ciampino solo in tarda mattinata il 15/12, ultimo giorno di votazioni;

– l’urna del più importante aeroporto italiano (Roma Fiumicino) è sparita a fine votazione. Non si sà dove e da chi sia stata scrutinata (relativo verbale mai reso noto);
– i verbali dei singoli seggi non sono stati mai consegnati in copia a chi ne aveva fatto richiesta come membro dell’unico sindacato contrario all’approvazione del CCNL;
– dopo ben due giorni dalla conclusione delle votazioni il comitato referendario si è limitato a rendere noto che il SI avrebbe vinto con 30 voti di scarto con il NO: 1346 contro 1316 (differenza pari a ca. l’1% dei votanti);

dai dati raccolti capillarmente nei singoli seggi dai volontari del sindacato autonomo che hanno preteso di assistere allo spoglio (in molti casi ci sono riusciti, in altri si sono dovuti accontentare della comunicazione verbale del risultato ad opera del presidente di seggio) CI RISULTA CHE ABBIA VINTO NETTAMENTE IL NO!

Ovviamente posso provare quanto scritto sopra con documentazione fotografica e numerose testimonianze.

I dipendenti, attraverso il Sindacato Autonomo (UN.I.C.A.) che rappresenta quasi 1200 dipendenti Enav, hanno presentato esposti a varie procure, diffida legale ad applicare il nuovo CCNL dal 1° gennaio 2015, avviato immediatamente ricorso e chiesto l’annullamento del referendum che ci piacerebbe si (ri)svolgesse con un sistema trasparente, certificato e garantito (magari con votazione online certificata), ma nulla sembra arrestare questo progetto Aziendale che, ripeto, vede tra i più alti sostenitori e ideatori proprio i Sindacati Confederali, in particolar modo la Cisl.

Per quanto sopra è facile intuire lo stupore che ho provato leggendo un comunicato in cui la federazione FitCisl Marche si “accanisce” nei riguardi di Enav per quanto sta accadendo, quando in realtà il tutto è colpa di un progetto sicuramente aziendale ma che senza il loro SUPPORTO e BENESTARE non sarebbe mai stato applicabile.
Mi preme specificare che sindacati confederali e Azienda hanno fatto una campagna promozionale per questo contratto, andando a dire in giro che era l’unica strada percorribile per cercare di riprendersi da un periodo di crisi del trasporto aereo che da anni affligge tutto il sistema mondiale. Peccato che proprio nell’ultimo anno si è assistito ad una ripresa, soprattutto in ambito nazionale, ripresa testimoniata dal fatto che Enav chiuderà per il terzo anno consecutivo con utili record; quindi risulta difficile giustificare tanto accanimento nei confronti dei piccoli aeroporti. Vorrei portare all’attenzione un concetto fondamentale, ossia che Enav, oltre a fornire SICUREZZA, fornisce un servizio di pubblico interesse  e dal quale dipende il benessere economico e sociale delle realtà collegate al territorio, concetto che da qualche tempo sembra essersi smarrito sia a livello aziendale che sindacale e che grazie al vostro articolo potrebbe tornare in auge.

Chiedo scusa se sono stato un po troppo discorsivo, ma le argomentazioni sono ancora tante e complesse, quindi se ritenete che possa essere utile contattatemi pure.

Vi sarei grato se ci aiutaste a voler fare un po’ di luce su questa vicenda che vede come principale risultato uno rallentamento al possibile sviluppo dei cosiddetti “aeroporti minori”, e di conseguenza a tutto il territorio ad essi collegati.

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