Aeroporto di Bolzano: domenica il via al referendum consultivo

Col “si” sarà ufficializzato come “Aeroporto regionale di Bolzano”, ma non diventerà mai un gate intercontinentale. Col “no” resterà comunque aperto, con la certezza che la Provincia dovrà liquidare la società ABD che gestisce oggi l’aeroporto di Bolzano. E in futuro, per il rilascio della concessione, sarà necessario indire una gara europea a evidenza pubblica, secondo le procedure previste dalla normativa comunitaria, col rischio che vinca qualche società straniera…

(c) Flughafen Bozen
L’aeroporto di Bolzano (foto ABD)

Sono le ultime ore che precedono il referendum consultivo sull’aeroporto di Bolzano, che, domenica 12 giugno prossimo, dovrà stabilire se il disegno di legge “Norme sull’aeroporto di Bolzano”, di iniziativa della Giunta provinciale di Bolzano, e di cui è primo firmatario il presidente Arno Kompatscher, potrà essere approvato o meno.

Se prevarranno i “si”, significa che lo scalo sudtirolese avrà l’opportunità di diventare un “aeroporto regionale funzionante”, grazie ai fondi pubblici e sotto il controllo della Provincia di Bolzano, con tutti i benefici che ne deriveranno per l’intera popolazione e per la zona.

Se invece la maggioranza voterà “no”, la Provincia di Bolzano non potrà implementare il progetto di ampliamento per il prolungamento della pista di atterraggio e decollo – peraltro già approvato in aula e confermato con una sentenza del Consiglio di Stato – impedendo l’impiego di ulteriori mezzi finanziari per la gestione della struttura, con la conseguente liquidazione da parte della Provincia della ABD Airport SpA di Bolzano che gestisce attualmente lo scalo.

Da sottolineare che il previsto allungamento della pista fino a 1.462 m. è di soli 30 m. – in quanto 138 m. (dei 168 m. previsti) sono già stati concessi. E questa lunghezza totale della pista non consente certo il decollo e l’atterraggio di grossi aerei di linea, come pare che qualcuno abbia ipotizzato. Anche se dovessero vincere i “si”, l’aeroporto non potrà andare oltre alla categoria 2C. Perlopiù potrebbero essere utilizzati moderni aerei Bombardier Dash 8Q-400, turboelica leggeri molto affidabili, consegnati in oltre 1.000 esemplari in tutto il mondo, che possono trasportare fino a 80 persone, dotati recentemente del sistema ANVS (Active Noise and Vibration Suppression) per ridurre i rumori e le vibrazioni in cabina, per un miglior confort dei passeggeri.

Sembra che qualcuno nei giorni scorsi abbia fatto circolare la voce che votare “no” significava la chiusura automatica dello scalo. Con la vittoria degli oppositori l’aeroporto resterà comunque aperto. In ogni caso, e a prescindere dal risultato delle consultazioni referendarie, l’area su cui sorge l’aeroporto è di proprietà demaniale ed è destinata esclusivamente a “zona aeroportuale“, in virtù di concessioni statali, le cui assegnazioni spettano all’ENAC; col rischio quindi che la gestione della struttura possa passare a qualche società, semmai straniera,  se venisse revocata la concessione all’ABD di Bolzano.

E’ incredibile che in questo millennio iper tecnologico e proiettato al futuro, si possa condividere l’idea di affossare un’iniziativa così importante per il progresso di tutto l’Alto Adige.  E’ sufficiente leggere le prime righe del disegno di legge provinciale, che è il n. 60 del 2015, per capire la serietà e l’onestà di questo progetto. All’articolo 1 si parla di “…agevolare l’accessibilità e (…) incrementare la competitività dell’Alto Adige“. L’aeroporto assume quindi “…un’importanza rilevante per lo sviluppo economico, turistico, culturale e sociale della provincia“. Un’istituzione che senza dubbio è di grande interesse pubblico.

Per contro, impedire una ragionevole crescita dell’aeroporto, equivarrebbe a ostacolare la “raggiungibilità” dell’Alto Adige – Sud Tirol dall’Italia e dall’estero, frenare la sua competitività a livello nazionale e internazionale e di conseguenza avversare lo sviluppo economico, turistico, culturale e sociale della Provincia di Bolzano e di tutti i suoi abitanti.

Privilegiare e incrementare il trasporto aereo, sia di persone e sia di merci, da e per Bolzano, significherebbe contribuire a diminuire il trasporto su gomma, con i benefici che ne deriverebbero, in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico provocato dalle autovetture e degli autocarri, consentendo anche la prevista realizzazione di una fermata dei treni a San Giacomo, dato che i binari si trovano nelle vicinanze del parcheggio dell’aeroporto, favorendo lo spostamento dei cittadini e un ulteriore risparmio di denaro.

Riguardo all’impatto ambientale dello scalo aereo di Bolzano (che sarà operativo solo dalle 6 alle 23, ndr) l’ingegnere civile Udo Mall, membro del Cda di ABD, ha spiegato recentemente che “...le emissioni riconducibili all’aeroporto sono meno dell’uno per cento rispetto alle altre fonti di inquinamento.” Nel caso di un prolungamento della pista, i cinque decolli e atterraggi al giorno previsti (sufficienti per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Provincia dei 170mila passeggeri l’anno entro il 2021, ndr) non contribuiranno di certo all’aumento del livello di inquinamento ambientale. Al contrario, è probabile che si possa verificare un’abbassamento di questi valori, per il minor numero di auto in movimento da Bolzano verso l’aeroporto di Verona e ritorno (il “Valerio Catullo” è lo scalo aereo del Nord Est di interesse nazionale più vicino, che comporta un viaggio di 152 km., con un tempo medio di percorrenza di circa 1 ora e 30 minuti, ndr). Tragitto che obbliga chi sceglie di andare con questo mezzo a sostenere le spese di benzina, autostrada e deperimento dell’auto, senza considerare lo stess per il guidatore e il pericolo, soprattutto d’inverno, con la brutta stagione. Andare in autobus o in treno è meno costoso, ma disagio e tempi di percorrenza aumentano notevolmente.

di Massimo Baldi

(EdP- 11 giugno 2016)

L'aeroporto di Bolzano (foto: Mattes - Wikimedia commons)
L’aeroporto di Bolzano (foto: Mattes – Wikimedia commons)

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