Sicurezza nei cieli: al via esercitazione aerea integrata con altri cinque Paesi del Mediterraneo occidentale

In volo caccia e aerei da trasporto per simulare procedure di intercettazione di una possibile minaccia in volo

(foto Aeronautica Militare)
Due Eurofighter Typhoon della nostra Aeronautica Militare durante uno “scramble”
(foto repertorio Aeronautica Militare)
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Un C-130 della Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Jamahiriyya al-Tunisiyya, l’Aeronautica Militare Tunisina o Tunisian Air Force, possibile velivolo “renegade” (foto Claudio Toselli)

Prende il via domani a Tunisi un’esercitazione internazionale di Difesa Aerea alla quale prende parte anche l’Aeronautica Militare insieme alle Forze Aeree di Algeria, Francia, Portogallo, Spagna e Tunisia, nazione organizzatrice di questa edizione.

Si tratta di un evento addestrativo che rientra tra le attività dell’ “Iniziativa 5+5“, accordo che dal 2004 vede impegnati i Paesi del bacino Mediterraneo occidentale per promuovere la cooperazione  su temi di sicurezza e difesa comune quali la sorveglianza marittima, l’addestramento, la protezione civile, la ricerca e soccorso e, appunto, il quanto mai cruciale tema della sorveglianza e difesa dello spazio aereo.

Un aereo da trasporto militare, in questo caso tunisino, simulerà di essere un velivolo civile cosiddetto “renegade”, ovvero – come vengono chiamati in gergo tecnico – quegli aerei civili in arrivo o transito nello spazio aereo nazionale la cui condotta sia potenzialmente pericolosa per la sicurezza in quanto riconducibile ad una possibile azione terroristica. I centri di comando e controllo e sorveglianza radar dei Paesi interessati dalla rotta del velivolo, nonché i piloti e il personale delle basi della difesa aerea coinvolte, dovranno reagire in maniera tempestiva e coordinata per intercettare e condurre  – proprio come avverrebbe nella realtà – la minaccia fuori dagli spazi aerei nazionali o all’atterraggio forzato su un aeroporto designato, secondo le indicazioni impartite da terra seguendo protocolli stabiliti. L’obiettivo dell’esercitazione, che viene svolta annualmente (l’edizione 2014 fu a guida italiana), è proprio quella di promuovere e consolidare l’adozione di procedure comuni nella gestione di casi di questo genere, dove la competenza rimane delle singole nazioni ma in cui è essenziale – vista la velocità e la complessità degli interventi richiesti – agire in maniera coordinata tra nazioni confinanti.

La fase dell’esercitazione nello spazio aereo italiano sarà gestita dal Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara), il centro di comando e controllo dell’Aeronautica Militare da dove viene assicurata 24 ore su 24 la sorveglianza dello spazio aereo nazionale e laddove necessario da dove partono gli ordini di decollo immediato per i caccia intercettori. Alcuni ufficiali dello stesso Comando Operazioni Aeree saranno invece a Tunisi, all’interno della cellula deputata alla direzione dell’esercitazione. Nella circostanza saranno i piloti ed i caccia Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto e del 37° Stormo di Trapani pronti a decollare in pochissimi minuti dall’ordine di “scramble”,  ossia di decollo immediato su allarme, per intercettare e scortare fuori dai confini nazionali o su uno scalo designato il velivolo sospetto, assicurando con una sorta di “staffetta in volo” continuità con gli assetti della Difesa Aerea francese e successivamente tunisina.

Tutte le attività in volo saranno condotte all’interno di specifiche aree e rotte di addestramento, coordinate in fase di pianificazione con i Paesi partecipanti e con gli Enti civili del controllo del traffico aereo. Non si tratta della prima esercitazione di questo tipo ed anche la NATO regolarmente svolge le stesse attività addestrative e valutative del livello di prontezza del sistema di Difesa aerea integrata, esercitandosi ad affrontare una possibile minaccia in quel caso di natura militare.

(Ufficio Pubblica Informazione, Ministero della Difesa, Aeronautica Militare, 9 novembre 2015)

(EdP-mb-ct)

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