Mondo spaziale e beni culturali per valorizzare il patrimonio artistico

Il ruolo e gli obiettivi sono stati evidenziati in un workshop organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con ASAS (Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio) e l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

L?Italia vista dallo spazio (foto ASI)
L’Italia vista dallo spazio (foto ASI)

L’Italia è un punto di riferimento nei Beni Culturali essendo tra i primi paesi al mondo per le competenze acquisite nella promozione e nella valorizzazione del “Cultural Heritage”. Un’eredità che ha un’importante sentinella che dallo spazio osserva e controlla il suo stato di salute. E grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, i dati dei sistemi satellitari di osservazione della Terra sono da tempo a disposizione delle istituzioni nazionali.

Ma non basta. «Gestire il dato – ha avvertito il presidente dell’ASI, Roberto Battiston è solo una piccolissima parte del lavoro. Il vero lavoro è mantenere il servizio. Per questo si sta ragionando anche con il governo per arrivare ad avere abbastanza massa critica tale da poter garantire un servizio.» Occorre allora che tutti gli attori siano coinvolti in un percorso condiviso, che valorizzi al meglio le professionalità di ciascuno per arrivare a elaborare servizi e soluzioni efficaci per la conservazione del nostro patrimonio artistico.

Per fare questo è necessario il trasferimento tecnologico e una più coraggiosa ‘trasversalità’ tra beni culturali e tecnologie innovative. Il segretario generale del MIBACT Antonella Pasqua Recchia ha sottolineato il ruolo che i beni culturali svolgono per lo sviluppo dei territori e dell’economia e l’importanza che l’innovazione – ad esempio l’utilizzo dei satelliti dallo spazio o dei droni dal cielo – può avere nella conservazione e difesa del patrimonio culturale, che rappresenta così tanta parte dell’Italia. Per Maurizio Fargnoli, presidente dell’ASAS, associazione che riunisce le principali imprese del settore aerospaziale «…bisogna avviare una collaborazione più stretta tra questi due ambiti che finora si sono solo sfiorati

Lo spazio è sceso in campo in questo settore grazie alla costellazione satellitare italiana di osservazione della Terra, COSMO-SkyMed. I suoi quattro satelliti sono impegnati nelle attività di monitoraggio di alcuni siti archeologici italiani, e l’Agenzia Spaziale Italiana è da tempo al lavoro per mettere a disposizione i dati satellitari di osservazione capaci di realizzare prodotti e servizi efficaci nella tutela del nostro patrimonio.

Il presidente dell’Asi Roberto Battiston, reduce dalla firma di un importante accordo con la NASA per l’utilizzo dei dati COSMO-SkyMed, ha sottolineato come sia fondamentale «..gestire in modo intelligente  i dati satellitari.» Richiamandosi all’esperienza degli Stati Uniti, per Battiston «..i dati generali devono essere sempre più accessibili a una platea sempre più vasta in modo da generare indirettamente benefici per il mercato e la società; vanno invece valorizzati i dati più dettagliati, che possono interessare utenti specifici e che quindi hanno un valore economico

«Sugli Open Data – ha ricordato  il presidente dell’ASI – abbiamo lanciato a febbraio due Call per l’utilizzazione dei dati satellitari per realizzare applicazioni innovative. Una destinata alla componente scientifica l’altra per le PMI. Mentre la scienza ha risposto con grande successo le piccole e medie imprese tardano a farsi sentire. Questo è un problema, perché se non riusciamo a mettere a sistema concreto e continuo non riusciremo a fare una reale attività di monitoraggio

(Ufficio Stampa Agenzia Spaziale Italiana, 15 Settembre 2015)

(EdP-mb)

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