La NASA annuncia il lancio della missione a cui partecipa l’Agenzia Spaziale Italiana, che avrà come obiettivo svelare il funzionamento interno del pianeta

Anche l’Italia vola verso Venere. Entro il 2030 la Missione VERITAS (Venus Emissivity Radio Science InSAR Topography and Spectroscopy) della NASA partirà alla volta di Venere per svelare il funzionamento interno del misterioso pianeta gemello della Terra.
L’annuncio è stato diffuso il 3 giugno scorso dal presidente NASA Bill Nelson che ha anche comunicato il lancio di una seconda missione, chiamata DAVINCI+, che partirà come VERITAS con obiettivo Venere. Entrambe fanno parte del Discovery Program della NASA e sono gestite dal Jet Propulsion Laboratory, in California.
L’Italia partecipa alla missione VERITAS attraverso una collaborazione di partnership tra Agenzia Spaziale Italiana e Jet Propulsion Laboratory, che ha assegnato al nostro Paese la responsabilità per lo sviluppo e la realizzazione di tre strumenti di bordo: il trasponditore IDST (Integrated Deep Space Transponder), necessario per garantire le comunicazioni e per eseguire gli esperimenti di radio scienza utili alla comprensione della gravità del pianeta, la parte a radiofrequenza del VISAR (Venus Interferometric Synthetic Aperture Radar), utile allo studio della morfologia del pianeta e dei fenomeni di vulcanismo, e l’antenna HGA (High-Gain Antenna).
VERITAS indagherà la storia geologica del pianeta più vicino alla Terra, mappando la sua superficie per studiarne i processi come la tettonica o il vulcanismo – dichiara Angelo Olivieri, ASI, Responsabile di Programma per la partecipazione italiana a VERITAS – Vista l’importante partecipazione italiana alla missione, si può affermare con certezza che l’Italia contribuirà in maniera determinante ai principali temi scientifici di VERITAS, senza trascurare il contributo tecnologico delle parti di responsabilità italiana, che è stato individuato grazie all’esperienza maturata su altre importanti collaborazioni con il JPL come CASSINI e JUNO”.
Questa sarà un’opportunità unica per poter studiare l’attività geologica del pianeta e verificare se Venere è attualmente attivo”, commenta Gaetano Di Achille, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, co-investigator della missione ed esperto di geologia planetaria. “La strumentazione a bordo ci permetterà di avere una visione senza precedenti del pianeta e delle sue variazioni intercorse dalla visita delle ultime missioni, Magellan della NASA e Venus Express dell’ESA”.
La comunità scientifica nazionale che partecipa alla missione VERITAS fa capo a Sapienza Università di Roma con il Co-PI Prof. Luciano Iess.
La missione potrebbe inoltre fornire nuovi dati sull’evoluzione del nostro pianeta, aiutandoci a comprendere meglio i pianeti rocciosi in orbita attorno ad altre stelle.

(Fonte e foto: Ufficio Stampa A.S.I. Agenzia Spaziale Italiana) 
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