L'eco della pistaMagazine Online - Aero Club "Francesco Baracca" & Scuola Nazionale Elicotteri "Guido Baracca" - Lugo (RA)
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Buone prospettive di sviluppo per gli “aeroporti minori” emerse dal convegno organizzato in Comune a Lugo dall’Aero Club “Francesco Baracca”
• Un ampio e dettagliato servizio riguardante l’importante incontro sulle potenzialità e le prospettive di sviluppo degli aeroporti minori, come infrastrutture qualificanti il territorio • L’aeroporto Villa San Martino può essere un importante volano di crescita economica per il territorio e diventare un Hub per la Protezione Civile • Tutti i particolari sugli interventi dei relatori
Da destra: Oriano Callegati presidente dell’Aero Club di Lugo, l’Ing. Davide Drago di Enac Servizi, la Sindaca di Lugo Elena Zannoni, il moderatore del convegno, Dr. Fabrizio S. Bovi, e il direttore dell’Aeroporto di Lugo Giuseppe Berardo (foto: Massimo Baldi)
di Massimo Baldi
Lugo di Romagna (RA) – Il 21 marzo scorso si è tenuto nella Sala Estense del Comune di Lugo il convegno dal titolo “Aeroporti minori: infrastrutture qualificanti il territorio – Lugo: potenzialità e prospettive di sviluppo”, organizzato dall’Aero Club di Lugo nel 75° anniversario della fondazione del sodalizio (link) intitolato al Maggiore Francesco Baracca, principale asso dell’aviazione italiana durante la Grande Guerra, insignito di M.O.V.M. ed emblema indiscusso della città romagnola. Questo anniversario di fondazione rappresenta per il sodalizio lughese un importante traguardo ed è stata un’occasione concreta per analizzare e approfondire potenzialità e nuove prospettive di sviluppo che valorizzino l’infrastruttura aeroportuale di Lugo e contestualmente anche tutte le altre, come punto di riferimento per la mobilità, lo sviluppo economico del territorio e la sicurezza della popolazione. Il convegno si inserisce fra gli eventi previsti in occasione delle celebrazioni organizzate quest’anno dall’Aero Club lughese che termineranno in settembre 2025 con due giornate di festeggiamenti all’Aeroporto Villa San Martino di Lugo.
Da sx. il vice Presidente dell'Aero Club di Lugo Generale Marco Buscaroli, il moderatore Dr. Fabrizio Bovi e l'Ing. Davide Drago
Il Presidente Oriano Callegati (sx) e il vice Marco Buscaroli, al centro
A sx, il direttore dell'Aeroporto di Lugo Giuseppe Berardo e il moderatore Dott. Bovi
Benvenuto e introduzione al convegno
L’incontro è stato aperto dal presidente dell’Aero Club di LugoOriano Callegati, il quale, dopo i saluti di rito e gli speciali ringraziamenti diretti alla Sindaca di Lugo Elena Zannoni, che ha consentito di ospitare l’evento in una sede così prestigiosa e alla Banca Mediolanum, che ha supportato l’iniziativa, ha affermato: “Gli aeroporti minori possono valorizzare i propri territori, e soprattutto, per le alluvioni di questi ultimi anni, gli aeroporti come quello di Lugo possono rappresentare una risorsa formidabile e soprattutto un luogo sicuro. In Paesi come Francia, Germania, Inghilterra ogni città ha un proprio aeroporto, magari piccolo, ma ogni comunità cerca di valorizzarlo e di utilizzarlo senza snaturarne la destinazione. Il Presidente Callegati ha voluto ricordare che “…da questa associazione sono nati tanti aviatori, divenuti piloti militari o civili e anche eroi, come il nostro Andrea Golfera, decorato con medaglia d’oro, morto durante l’attività di spegnimento di un incendio su un Canadair. Quasi tutto quello che vedete in aeroporto a Lugo – ha concluso il presidente – come hangar, locali, officine, lo hanno costruito o acquistato i nostri soci con i loro sacrifici.”
La Sindaca di Lugo Elena Zannoni, dopo i saluti ai presenti ha ringraziato gli organizzatori per aver scelto la sede del Comune di Lugo per questo importante appuntamento e sottolineato quanto la città di Lugo sia legata alla figura di Francesco Baracca. Sull’Asso degli assi la Sindaca ha ricordato che: “…recentemente è stato riallestito il Museo dedicato all’eroe lughese, che evidenzia oltre alla sua figura di militare anche i suoi lati più umani e intimi attraverso uno speciale allestimento della mostra dello scambio epistolare che ha tenuto con la propria famiglia. Il Museo Baracca – ha proseguito la Sindaca – è oggi un luogo di conoscenza e di esperienza, aperto anche ai bambini delle scuole, per far conoscere soprattutto questa figura fondamentale della nostra storia. Nel 2026 il Museo compirà 100 anni ed è nostro desiderio arrivarci attraverso una serie di eventi celebrativi, ai quali parteciperanno anche le Frecce Tricolori.” La Sindaca a proposito del Villa San Martino ha sottolineato che “…poche settimane fa ha preso avvio presso il nostro aeroporto e ha avuto conclusione presso l’Autodromo di Imola, il corso di cultura aeronautica rivolto agli studenti delle scuole superiori di Imola e Lugo, che si è potuto realizzare anche grazie al fatto che sul nostro territorio c’è la presenza dell’aeroporto in cui hanno potuto svolgere esercitazioni e lezioni di volo i ragazzi che hanno potuto sperimentare quello che potrebbe diventare uno sbocco professionale. Un’esperienza nuova e stimolante che penso abbia quanto memo dato loro due elementi, il primo è la consapevolezza dell’ampiezza delle loro possibilità, le opportunità di carriera che hanno davanti a cui si aggiunge appunto una strada che spesso non viene considerata, poco raggiungibile o al di fuori della propria portata che è appunto quella nell’Aeronautica e l’altra, la conoscenza del grande legame del loro territorio con il tema del volo e del progresso, legato sia alla figura di Baracca che a simboli come quelli del ‘Cavallino’. Non solo formazione e cultura – ha sottolineato Elena Zannoni – ma l’altro elemento che abbiamo percepito ancora di più nei mesi scorsi e in questi anni, è larelazione tra la presenza dell’aeroporto a Lugo e il contributo fornito alla sicurezza territoriale. Lo abbiamo percepito fortemente nei momenti delle alluvioni e delle allerte, sia per la consapevolezza di un territorio in cui le vie di terra a volte risultano impercorribili e sia perché tramite l’aeroporto abbiamo potuto salvare delle persone. Sia come base per i soccorsi che per i mezzi, l’aeroporto di Villa San Martino credo possa diventare un hub fondamentale per la Protezione Civile all’interno dei piani di emergenza, trovandosi in una zona baricentrica tra la Bassa Romagna, l’imolese, il faentino, tutte zone colpite dalle recenti alluvioni. L’Aeronautica, la Croce Rossa, la Protezione Civile, le istituzioni locali, hanno potuto contare su una base utilissima e sicura per la gestione delle emergenze.” La prima cittadina lughese ha concluso con un auspicio: “E’ davvero fondamentale poter contare su un monitoraggio continuativo che l’aeroporto ci può aiutare a offrire. Peraltro non siamo soltanto davanti ad emergenze idrogeologiche, ma abbiamo anche una nota fragilità sismica e quindi ci ‘teniamo stretto’ il nostro aeroporto.”
Subito dopo Oriano Callegati ha provveduto a collegare in videoconferenza il presidente dell’Aero Club d’ItaliaAvvocato Stefano Arcifa, il quale, nel ringraziare gli organizzatori per l’iniziativa che interessa tutti gli aeroporti minori d’Italia, ha affermato: “Questo è sempre stato un tema che mi sta a cuore e lo è per l’Aero Club d’Italia e per tutti gli aeroclub federati. Mi piace ricordare – ha proseguito il presidente Arcifa – che la salvezza di tanti aeroporti, la loro sopravvivenza, la si deve alla dedizione degli aeroclub locali e dei loro soci che spesso gratuitamente, sacrificando anche altre cose, hanno dato il contribuito alla permanenza sul territorio di strutture importantissime che io spero e mi auguro vengano valorizzate. So che è presente lì una figura di eccellenza dell’ENAC – ha proseguito – con la quale è possibile interloquire e la nuova dirigenza di Aero Club d’Italia lo farà perché così come l’autority deve valorizzare il bene pubblico che gli è affidato altrettanta parte devono fare gli aero club ubicati sui sedimi degli aeroporti minori. Valorizzazione – ha concluso il suo intervento l’Avvocato Arcifa – vuole dire rendere fruibile alle comunità i beni in questione, vuol dire farne punto di attrazione e punto di crescita.”
Il presidente Callegati ha poi passato il microfono al moderatore del convegno, il Dott. Fabrizio, S. Bovi, noto giornalista, pilota, ed uno dei maggiori esperti di aeronautica, che ha introdotto i lavori della giornata leggendo e commentando l’incipit di “Aircraft”, un famoso libro scritto nel 1935 da Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris, grande architetto e urbanista con una sua precisa visione del volo il quale sosteneva che: “Il mondo visto dall’alto attraverso il mezzo aereo avrebbe cambiato il nostro modo di vivere,mettendo gli aerodromi al centro di questo mondo aviatorio; spazi messi al servizio della collettività”. In materia di aeroporti minori il Dott. Bovi ha affermato che: “una definizione giuridica e univoca di aeroporti minori in Italia non esiste e quindi su questo equivoco di fondo, non hanno mai goduto di una degna considerazione.” Nel suo discorso ha ricordato che: ”ENAC Servizi, è una società costituita per la tutela e l’amministrazione di una ventina di piccoli aeroporti italiani e che in Italia ci sono 126 aeroporti di cui 56 ritenuti ‘minori’ su 59 milioni di abitanti, in Germania sono 539, la Francia ne ha 464, la Gran Bretagna 460, la Svizzera 63, nonostante sia tutta montagna, gli Stati Uniti 13.513… Sotto il Governo Monti – ha proseguito l’esperto – noi abbiamo avuto il ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera che aveva detto di cancellare una metà degli aeroporti italiani… Noi in Italia dobbiamo ‘difendere con i denti’ un patrimonio dello Stato che lo Stato sembra non volere. Secondo un certo modo di concepire le cose da parte dello Stato un aeroporto deve fare business. E noi sappiamo che sotto al milione di passeggeri non fa business. È una visione sbagliata che penalizza gli aeroporti minori italiani. Quasi tutti sono del demanio e nascono secondo un Regio Decreto di un secolo fa, che faceva obbligo a ogni capoluogo di provincia di avere una pista di atterraggio. Oggi un aeroporto non è tanto per il turismo, ma sono di estrema utilità per scopi pubblici, soprattutto per protezione civile. Sono il luogo sicuro delle città, delle comunità.”
Il tema “Individuazione dell’area d’interesse”, è stato trattato dal Direttore dell’Aeroporto di Lugo, Giuseppe Berardo, che ha esaminato le potenzialità e le prospettive dello scalo lughese, che definisce “…un importante volano di crescita economica, turistica e tecnologica per la regione. Uno degli aspetti più rilevanti e strategici che dobbiamo sottolineare – afferma Berardo – è il ruolo primario che l’aeroporto di Lugo può svolgere nella gestione delle emergenze. Grazie alla sua ubicazione favorevole, lontana da aree ad alto rischio idrogeologico e sismico, l’aeroporto può essere il punto di riferimento per la Protezione Civile, diventando il centro di comando e monitoraggio di tutte le operazioni di emergenza con possibilità di ospitare strutture logistiche fondamentali: campi base per gli operatori, ospedali mobili, centri di coordinamento avanzati e depositi di materiali e mezzi necessari agli interventi. È quindi essenziale che la Protezione Civile e gli enti competenti inizino a valorizzare e integrare questa infrastruttura nei loro piani di gestione delle emergenze, garantendo così una risposta più tempestiva ed efficace in caso di necessità. Oltre alla sicurezza, – ha proseguito il direttore Berardo – l’aeroporto di Lugo può diventare un punto di riferimento per l’innovazione aeronautica. L’uso dei droni è in forte espansione in ambito civile, industriale e di pubblica sicurezza. L’aeroporto può rappresentare un centro specializzato per la sperimentazione e il perfezionamento di questi mezzi, offrendo spazi idonei per testare nuove tecnologie di volo autonomo, monitoraggio ambientale, trasporto rapido di emergenza e sicurezza del territorio. Parallelamente, un altro fronte di sviluppo cruciale è quello delle alimentazioni alternative per l’aviazione. L’industria aeronautica sta investendo sempre più in carburanti sostenibili, come il biofuel e le soluzioni ibride-elettriche, per ridurre l’impatto ambientale del trasporto aereo.Un aeroporto minore, con la sua flessibilità operativa e la minore pressione commerciale rispetto ai grandi hub, rappresenta un ambiente ideale per testare e implementare queste nuove tecnologie. Lugo potrebbe ospitare centri di ricerca specializzati, laboratori di sviluppo e collaborazioni tra università, aziende aerospaziali e istituzioni, contribuendo così attivamente alla transizione ecologica del settore aeronautico. Un ulteriore aspetto su cui porre grande attenzione è la formazione aeronautica – ha sottolineato Berardo -; la crescente domanda di professionisti del settore rende indispensabile lo sviluppo di centri di addestramento specializzati, in grado di offrire corsi qualificati e certificati per piloti di aerei, elicotteri e droni, controllori di volo e ingegneri aeronautici. L’ubicazione baricentrica dell’aeroporto di Lugo nel territorio romagnolo, ricco e con un tessuto economico culturale dinamico, potrebbe consentigli di beneficiare di collegamenti aerei rapidi e affidabili, facilitando così la mobilità regionale e transnazionale. Il potenziale turistico della regione Emilia-Romagna è straordinario e un aeroporto minore che la collega potrebbe incentivare il turismo privato enogastronomico e culturale, attraendo visitatori da tutto il mondo. L’aeroporto di Lugo ha il potenziale per diventare un’infrastruttura strategica per il territorio.Affinché tutto questo possa concretizzarsi, è essenziale che gli aeroporti minori non operino isolatamente, ma si inseriscano in una rete strategica di collaborazione. Creare una rete di aeroporti minori significa condividere risorse, sviluppare strategie comuni, attrarre investimenti e rafforzare il ruolo di queste infrastrutture nel panorama aeronautico. Solo unendo le forze – ha concluso il Direttore Berardo– gli aeroporti minori potranno ottenere il riconoscimento che meritano, sia dal punto di vista istituzionale che industriale, diventando nodi fondamentali per la mobilità, la sicurezza e l’innovazione tecnologica.”
Nel riprendere il microfono il Dott. Bovi ha sottolineato che “…l’aeroporto di Lugo è strategico, soprattutto per le alluvioni che hanno colpito così duramente questo territorio in questi ultimi anni. Proprio da Lugo sono partiti gli elicotteri che sono andati a salvare 360 persone che erano riparate sui tetti delle case per salvarsi dalla piena.” Nell’evidenziare quanto detto dal Direttore Berardo, il Dott. Bovi ha sottolineato che “…gli aeroporti sono ancor più strategici per un effetto moltiplicatore, nel momento in cui fanno sistema. Un aeroporto isolato rimane un aeroporto isolato, ma tanti aeroporti collegati fra loro, costituiscono un network, una rete, per il Paese che è indispensabile. Gli aeroporti minori vanno considerati preziosi dallo Stato proprio in funzione della loro dislocazione e disseminazione sul territorio. Gli aeroporti minori italiani, che sono 56, messi insieme hanno una superficie equivalente a quella dell’aeroporto di Fiumicino… Eppure sono aree che sorgono alle periferie delle città, e per questi e gli altri motivi detti in precedenza costituiscono spazi sempre più vitali anche dal punto di vista ambientale. La riforma del titolo V° della Costituzione, dove si attribuisce legislazione concorrente alle Regioni in più materie, fra cui le infrastrutture aeroportuali – ha proseguito il Dott. Bovi – ha determinato un regime amministrativo, in senso ampio, diverso da Regione a Regione. Gli aeroporti vanno tutelati nella loro integrità in quanto network, essenziale asset strategico per il Paese, come sono le strade, le reti ferroviarie, le comunicazioni. Nelle due Camere non abbiamo alcun referente politico per il settore dell’aviazione…”
Nella sessione dedicata all’analisi delle “attività produttive del territorio”, ha preso la parola l’Architetto Gabriele Montanari del Comune di Lugo, intervenuto per commentare un report sull’area della Bassa Romagna, con uno sguardo legato soprattutto alla situazione socio-economica al fine di descrivere il territorio su cui l’aeroporto di Lugo è posizionato, tramite l’analisi di dati statistici relativi alle realtà demografiche ed economiche locali. “L’aeroporto di Lugo è al confine della Bassa Romagna – ha esordito l’Architetto Montanari – e come diceva prima il direttore dell’aeroporto, è baricentrico a un sistema organizzato dal punto di vista amministrativo basato su tre forti entità, la Bassa Romagna appunto, il nuovo circondario imolese e la Romagna faentina. Tre organizzazioni che hanno ampliato i loro confini amministrativi portandoli da quelli che sono i singoli Comuni a un sistema amministrativo che fa riferimento a un territorio più ampio. Il nuovo circondario imolese ha dieci comuni per 132.000 abitanti, l’Unione Bassa Romagna ha nove Comuni per 101.000 abitanti, l’Unione Faentina ha sei comuni per 88.000 abitanti. Per circa 22.000 km/q totali, che è una quota significativa dell’intera Regione Emilia Romagna che conta 330 Comuni e 4.500.000 abitanti.” Tra i vari dati statistici ricordati, il relatore ha citato anche le maggiori realtà economiche locali che possono trovare nell’aeroporto un punto di riferimento, o comunque un supporto, rapportate con le maggiori aziende operanti in Emilia Romagna. “Il confronto tra il territorio regionale, che ricordiamo è uno dei più forti economicamente, non solo a livello nazionale ma anche europeo – ha sottolineato l’Architetto – e quelle che sono le realtà vicine all’aeroporto di Lugo, dimostrano che siamo parte di un sistema regionale produttivo forte.” L’Architetto Montanari ha poi ricordato un tema già noto in passato: “Riguardo l’avioturismo, noi siamo entrati nell’associazione Città dell’aria attraverso un’iniziativa politica e un disegno di legge che è andato alle Camere negli scorsi anni, poi è un’attività che in qualche modo si è rallentata per effetto dei relatori che non sono più in Parlamento attualmente, ma che si spera venga ripresa e portata avanti; una legge che è stata sposata con la precedente legislatura e che ci interesserebbe riprendere.” “Le attività commerciali e la logistica, oltre al settore agricolo-agroalimentare e i servizi sanitari, sono potenzialità che possono trovare nell’aeroporto un riscontro; inoltre – ha proseguito – sulla Sanità giova ricordare che in prossimità del nostro aeroporto abbiamo una delle strutture sanitarie private più importanti a livello nazionale e che la città è dotata di un sistema sanitario pubblico che trova nell’Ospedale di Lugo uno dei tre riferimenti della provincia.” A conclusione del suo intervento, l’Architetto Montanari ha affermato: “Gli eventi di carattere ludico, rappresentano quel sedime di iniziative e di relazioni che possono portare poi a sviluppare ulteriori possibilità: abbiamo una rassegna di elementi che prevedono istallazioni artistiche, performance svolte dentro l’aeroporto, con progetti musicali, ed altro. La possibilità di utilizzare l’aeroporto per organizzare manifestazioni anche molto diverse da quella che è la funziona principale della struttura, sono tutte cose che possono consentire di sviluppare un sistema di relazioni che sono una componente dell’economia attuale.”
Gli aeroporti minori a supporto della Protezione Civile
Dopo una breve pausa del convegno ha preso la parola il Generale Marco Buscaroli, vice presidente dell’Aero Club di Lugo, che ha illustrato le caratteristiche fisiche e gli aspetti generali e particolari dell’Aeroporto di Villa San Martino in relazione ad attività di supporto per la Protezione Civile. Nel suo intervento il Gen. Buscaroli ha ricordato che: “Nel corso delle emergenze degli ultimi due anni l’aeroporto non ha subito allagamenti, se non nel 2023 con qualche centimetro di acqua nella zona hangar che non ha limitato però le attività di volo; analogamente la viabilità consentiva di raggiungere le principali vie di comunicazione come ad esempio la via Emilia e l’Autostrada A14. La pista di Lugo, di 800 metri per 25 in asfalto, consente l’atterraggio di aerei di aviazione generale a decollo corto, del tipo Pilatus PC12 o C27J, oltre ovviamente ad elicotteri per i quali esiste una piazzola attrezzata per l’atterraggio notturno. Nell’area operativa dell’aeroporto – ha proseguito il Vice Presidente – ubicata sul lato ovest dell’infrastruttura, sono presenti: torre di controllo, sala piloti, hangar per aerei ed elicotteri, due officine, i garage dei mezzi antincendio, magazzini ricambi e un locale destinato al simulatore di volo per elicotteri. Adiacente a detta zonaè posizionata un’area servizi dove si trovano gli uffici delle aule didattiche, il bar e la mensa-ristorante, la foresteria destinata agli allievi che provengono da località lontane, una palazzina attualmente inagibile ma di prevista ristrutturazione, dalla quale ricavare stanze da adibire a foresteria archivi e uffici.Gli edifici oggi esistenti sul sedime aeroportuale – ha precisato – occupano solo un quarto dello spazio disponibile e anche il restante potrebbe essere utilizzato per la costruzione di nuove strutture dedicate ad altre attività.I recenti eventi alluvionali, che non hanno limitato l’operatività dell’aeroporto e l’impiego di tale area da parte di alcuni velivoli delle forze armate impegnate nelle attività di soccorso – ha sottolineato il Generale – hanno portato a valutazioni inerenti il suo utilizzo e più in generale all’utilizzo degli aeroporti minori a supporto delle attività di protezione civile; e come detto sul territorio nazionale di questi aeroporti ritenuti minori ce ne sono 56.Le attività condotte con il mezzo aereo in concorso al sistema di protezione civile potrebbero essere la ricognizione, sia durante la fase di allerta che durante l’emergenza, il collegamento, per il trasporto di persone, da aeroporto ad aeroporto, in caso di impiego del mezzo aereo o da punto a punto con l’elicottero. Non solo i mezzi aerei rappresentano una capacità per le attività di protezione civile: sono gli stessi aeroporti i moltiplicatori di capacità, come tra l’altro dimostrato dalla presenza su quello di Lugo di velivoli delle forze armate in supporto alla Protezione Civile nel corso delle recenti alluvioni.” Il Gen. Buscaroli ha poi citato alcuni esempi relativi a un possibile utilizzo di un aeroporto minore, prendendo come riferimento quello di Lugo: “Le aree oggi inutilizzate potrebbero ospitare moduli abitativi attrezzati da attivare in caso di emergenze, con la costituzione di aliquote dedicate al supporto operativo per il coordinamento dei soccorsi, utilizzabili soprattutto in occasione di eventi sismici, dove la stabilità di edifici tradizionali potrebbero non dare affidamento, oppure per attività addestrative. Inoltre sarebbe opportuno attivare un posto medico avanzato e anche strutture idonee all’accoglienza delle persone evacuate a mezzo elicottero, in attesa di essere trasferite negli appositi centri di raccolta organizzati dai singoli comuni.In aggiunta, alcuni moduli abitativi potrebbero essere destinati allo stoccaggio di materiali, viveri, medicinali e attrezzature medicali giunte con mezzi aerei per la successiva distribuzione sul territorio.Con particolare riferimento all’aeroporto di Lugo che ha una pista lunga 800 m. – prosegue nel suo intervento il Gen. Buscaroli -, qualora le esigenze del territorio lo richiedessero potrebbe essere preso in esame un suo adeguamento, prolungandola di circa 200 m. per giungere ad una lunghezza tale da consentire l’atterraggio di altre tipologie di aerei in grado di fornire un ulteriore supporto alle attività in concorso alla Protezione Civile.Per finire, mi preme evidenziare – ha affermato il Vice Presidente Buscaroli– che quelli presentati sono solo alcuni esempi di come a nostro parere potrebbero essere sfruttate le potenzialità di un aeroporto minore, dove, tra l’altro, esiste già a Lugo un distaccamento della Croce Rossa che utilizza uno spazio disponibile per le proprie attività addestrative. Attività per le quali mi sento di poter assicurare fin da ora la nostra disponibilità per valutare ogni forma di collaborazione con altre realtà della Protezione Civile evidenziando inoltre la possibilità di organizzare corsi specifici inerenti, ad esempio, l’impiego e il caricamento dei mezzi aerei. Auspichiamo che con questo incontro si possa sensibilizzare chi è preposto alle valutazioni del caso – ha concluso il Generale Buscaroli – in quanto ci è difficile comprendere come dai primi anni 2000 si discuteva, anche con proposte di legge dedicate, dell’opportunità di inserire nel sistema di Protezione Civile nazionale e regionale tale tipologia di aeroporti. Ma purtroppo ancora oggi siamo a discuterne nella speranza che qualcuno ne recepisca le potenzialità. Aggiungo inoltre, che noi avevamo invitato a partecipare la Protezione Civile della regione, la Protezione Civile della provincia i rappresentanti della Protezione Civile della Bassa Romagna, ma purtroppo per impegni che loro hanno avuto sul territorio nessuno ha potuto partecipare. Rappresentanti della Protezione Civile che avrebbero potuto fare una valutazione su queste proposte, anche per cominciare a discutere. Spero che da questo possa nascere un loro interesse verso questa nostra proposta.”
A conclusione della seconda sessione dei lavori del convegno, ha preso la parola Luigi Farina presidente del comitato della Croce Rossa italiana della Bassa Romagna. “Questa organizzazione – ha affermato il Presidente Farina – ha come competenza anche l’aeroporto di Lugo, all’interno del quale è stata allestita una piccola struttura di supporto che insiste su un’area di circa 3.500 m². La Croce Rossa si occupa di tante cose, che non è il solo soccorso dell’ambulanza ma anche il supporto e l’assistenza a seguito di eventi calamitosi. Ci sono materiali, beni, cose da distribuire e spesso anche da immagazzinare e quindi da dover trovare soluzioni logistiche in tempi brevi, dopo aver pianificato per tempo quello che ci è utile nel momento dell’emergenza e del bisogno. La nostra micro struttura aeroportuale, dotata di acqua, di energia elettrica collegata alle utenze e di un generatore di corrente da utilizzare al bisogno, comprende una piccola infermeria, una segreteria e al primo piano un box con vista su tre lati per vedere tutta l’area ed avere il controllo durante l’attività addestrativa od operativa. In aeroporto – ha proseguito il Presidente Farina – ci sono ampi spazi per poter gestire l’installazione di strutture fisse o temporanee, anche di grandi dimensioni e la lontananza dai centri abitati consente di muoverci anche con mezzi rumorosi senza disturbare.” A conclusione del suo breve intervento, il Presidente Farina ha sottolineato che: “…la Croce Rossa è a livello regionale e nazionale e le strutture che possono servire, già integrate nella Colonna mobile nazionale, possono essere attivate a livello regionale per il tramite dell’Agenzia di Protezione Civile.”
Enac ed Enac Servizi
La terza sessione del convegno, sulla “Policy istituzionale rivolta agli aeroporti c.d. minori, i vincoli di sviluppo, gli Investimenti in atto e le possibilità future e advanced air mobility”, è stata illustrata dall’Ingegner Davide Drago, Direttore standardizzazione operatività e sviluppo aeroportualità regionale di Enac Servizi. Società in-house dell’Ente Nazionale Aviazione Civile – Enac che ha affidato alla predetta la gestione diretta di scali nazionali per una gestione efficace e coordinata del patrimonio demaniale. Nel suo discorso l’Ing. Drago ha tracciato un quadro generale riguardante i cosiddetti aeroporti minori (definizione giuridicamente inappropriata e inesistente) considerate le infrastrutture su cui svolgere altre attività rispetto al traffico commerciale. “Gli aeroporti demaniali assegnati a Enac Servizi Srl in concessione sono diciannove – ha sottolineato il dirigente Enac – di cui nove sono stati affidati in concessione a soggetti differenti da Enac Servizi e gli altri sono aeroporti privati non appartenenti al demanio aeronautico ma comunque sottoposti al monitoraggio e alla sorveglianza dell’Ente.Qual è lo stato di questa realtà – si domanda l’Ing. Drago -? La valorizzazione di questi asset non c’è stata in maniera puntuale in questi anni, e – ricollegandosi a quanto detto in precedenza dal Presidente dell’Aero Club d’Italia Avv. Arcifa – queste strutture sono rimaste aperte ma abbiamo evitato il peggioramento delle condizioni grazie all’impegnodi chi ci operava e ci opera su questi aeroporti, in primis gli aeroclub locali che ne hanno consentito la sopravvivenza mantenendone comunque l’operatività e un qualche collegamento con le esigenze del territorio. A loro va il mio ringraziamento personale e credo anche quello di tutta l’Amministrazione su questa loro attenzione, su questo loro impegno a mantenere in vita queste realtà.” Proseguendo nel suo discorso il Dirigente ha evidenziato che:”L’ente è l’autorità dell’Aviazione Civile in Italia che agisce sotto il controllo e l’egida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e noi attuiamo le sue linee di indirizzo nel rispetto del quadro legislativo che ci viene fornito; e anche l’affidamento degli aeroporti del Demanio aeronautico è finalizzato alla concessione, come dice il codice, a soggetti per la promozione e lo sviluppo del sistema aeroportuale. E non possiamo che muoverci all’interno dei binari che il quadro normativo e legislativo ci attribuisce; non possiamo permetterci grandi margini d’iniziativa e le azioni che abbiamo fatto su questi asset era per valorizzare eventuali caratteristiche peculiari di singoli territori. Il sistema ha tanti vincoli – ha sottolineato l’Ingegnere – ed è difficile muoversi se non facendo leva su molta creatività che però deve passare al vaglio del giudizio amministrativo laddove ci siano anche dei ricorsi. Adottare dei provvedimenti poi bocciati in sede amministrativa sarebbe anche peggio. L’obiettivo prioritario di Enac Servizi – ha proseguito il dirigente – è la valorizzazione di questi beni e avviare un dialogo col territorio per sviluppare delle soluzioni, ma anche per differenziare l’utilizzo degli aeroporti; alla fine del 2024è stata apportata una modifica al regolamento degli aeroporti territoriali che prevede, dal 1° marzo 2025, oltre alle classiche attività di scuola, volo privato, sportivo ecc., la possibilità di svolgere su questi aeroporti anche trasporto commerciale con passeggeri sia di linea che charter, fino ad ora non contemplato, anche per creare un sistema di mobilità basato sull’aria. Anche per soddisfare esigenze di trasporto locale, non più regionale o interregionale – ha continuato l’Ing. Drago -: parlo della ‘Mobilità Aerea Avanzata’ o ‘Advanced Air Mobility’ è più in generale i ‘Servizi Aerei Innovativi’ o ‘Innovative Air Services‘ con utilizzo di tecnologie di droni, manned o unmanned.Per promuovere questo tipo di mobilitàl’Enac doveva interfacciarci con gli enti territoriali. Infatti alcuni protocolli d’intesa sono stati stipulati con delle Regioni, cercando di aiutare l’ente territoriale a prendere in considerazione che, adesso, anche la cosiddetta ‘terza dimensione’, cioè l’aria, può essere impegnata per soddisfare esigenze di mobilita e logistica di un territorio. È importante il dialogo col territorio ed è necessario che queste strategie vengano condivise con i territori, ma non tutti hanno colto questa opportunità. Qualche settimana in seguito a un convegno organizzato dalla Regione Veneto è stato stipulato un protocollo tra l’Enac e la Regione Veneto (analogo protocollo è stato stipulato anche con la Regione Emilia Romagna, ma non è stato pienamente attuato) con il quale si sta portando avanti un’analisi dei fabbisogni di mobilità e di logistica del territorio regionale veneto che possono essere soddisfatti con servizi aerei innovativi. L’Enac – ha aggiunto l’Ing. Drago – sta mappando insieme alla Regione Veneto tutte le infrastrutture che il territorio ha,individuando le necessità di logistica in maniera tale da creare un documento regionale che fornisca quali possono essere i servizi che possono essere gestiti con la mobilità aerea avanzata. E l’Enac fornirà strumenti perché qualunque operatore possa ottenere le autorizzazioni all’interno di questo contesto di pianificazione.” L’Enac in tale quadro ha recentemente introdotto il regolamento sulle ‘Sandbox’. “Qualche anno fa – chiarisce l’Ing. Drago”- il ministro dell’innovazione del primo Governo Conte ha introdotto il ‘concetto della sperimentazione’ come un diritto costituzionale,cioè ognuno è costituzionalmente garantito a sperimentare, creando un contesto legislativo, per cui le sperimentazioni possono essere messe in campo in un contesto particolare, chiamato appunto ‘Sandbox’, in inglese, richiamando un po’ quel luogo dove vanno a giocare i bambini, ovvero quella scatola piena di sabbia per evitare che si possano fare male.La Sandbox nasce con quest’ottica: creare un ambiente protetto dove sperimentare, analizzare gli impatti di questa innovazione su quell’ambito prima di metterla su grande scala.In proposto sono già state attivate alcune Sandbox dove si stanno sperimentando soprattutto servizi aerei innovativi. Ad esempio se ne sta portando avanti una all’aeroporto di Padova, dove nell’ambito delle attività con la Regione Veneto si sperimenta la possibilità di implementare servizi di trasporto di materiale biomedicale tra gli ospedali dell’Ausl di Padova.” Proseguendo nel suo intervento l’Ing. Drago ha affermato: “Al di là della pianificazione di carattere generale che l’Ente può avere, è bene portare avanti nella gestione di questi aeroporti un percorso per sentire le realtà del territorio, acquisire anche le necessità e declinarle in un contesto nazionale definendo le specificità del luogo.E qui lancerei una proposta – suggerisce il Dirigente di Enac Servizi -: perché non proporre una Sandbox facendo perno sull’aeroporto a Lugo per i servizi innovativi aerei finalizzati alla Protezione Civile? Potrebbe esser un modo di ascoltare la richiesta del territorio, valorizzare le necessità territoriali in modo nuovo. Si potrebbe apportare un beneficio coinvolgendo la Protezione Civile regionale, comunale e territoriale. Che dall’aeroporto di Lugo possano partire droni capaci di monitorare i punti critici del sistema idrografico del territorio può essere poi utile avere i dati perché le autorità civili possano fare le loro scelte con consapevolezza, quindi supportarli nelle scelte. Magari l’Enac non ha saputo valorizzare pienamente determinati asset ma adesso stiamo cercando di mettere in piedi un percorso che si deve basare anche sulle vostre necessità sulle vostre idee e scelte.” Al termine del suo intervento l’Ing. Drago ha sottolineato: “Con la Regione Veneto siamo riusciti a portare avanti un discorso di questo tipo. Producendo questo documento la Regione lo inserirà negli strumenti di pianificazione della mobilità regionale e della logistica. Con altre Regioni questa iniziativa non riusciamo a portarla avanti. La realtà dell’Emilia Romagna lo richiederebbe perché ci sono quattro aeroporti commerciali, molti aeroporti di aviazione generale e quindi una potenzialità che la regione ha che non hanno altre regioni.”
Nel riprendere la parola il Dott. Bovi ha commentato: “Laddove non ci sia sensibilità da parte del territorio verso la sussistenza e la salvaguardia dell’aeroporto, perché possono esserci interessi conflittuali di natura economica, viene da chiedersi perché lo Stato non li difenda, visto che sono un asset strategico per il paese, e si piega alle volontà spesso politiche di Comuni o enti territoriali minori. Avremmo bisogno non soltanto della valorizzazione degli aeroporti che ci sono, ma anche della loro difesa a monte, per restituire queste aeree, che hanno un valore inestimabile, per restituirle alle future generazioni. Noi le abbiamo avute in prestito da chi è venuto prima di noi – ha proseguito – che con lungimiranza le ha create, e dobbiamo passarle a chi verrà dopo di noi. Una cosa è certa: in futuro si volerà e si volerà sempre di più. Il prossimo spazio aereo sarà da zero a 6000 piedi, 2000 m.; questa è la fascia libera in cui ci sarà una nuova mobilità aerea avanzata che rappresenta il futuro dell’aviazione più prossima a noi, che trova negli aeroporti cosiddetti minori le basi operative. Da questo la necessità di difenderle con i denti, ma non per noi, per quelli che verranno dopo. Sono aree che non ci saranno più e non se ne ritroveranno altre. Sarebbe opportuno rivitalizzare un sindacato, nel senso anglosassone, degli aeroporti minori – ha concluso il Dott. Bovi – che potrebbe nascere proprio a Lugo, con dei rappresentanti di ciascun aeroporto italiano riuniti in una associazione che sia interlocutore del mondo politico.”
Progetto Avioturismo
Dopo l’intervento il Dott. Bovi ha passato nuovamente il microfono al Generale Marco Buscaroli per la successiva sessione del convegno riguardante il progetto Avioturismo. “L’obiettivo di promuovere un Touring dell’aria risale agli anni ‘90 – ha esordito il Generale – quando è stata costruita una cartografia specifica per il volo da diporto. Nel 2005 è stata realizzata la prima guida turistica europea. Da questo percorso ha preso forma concreta e prospettiva di realizzazione il ‘progetto Avioturismo’ con il quale creare una rete di punti di approdo per il diporto aeronautico. Così da offrire opportunità turistiche fatte di preziose città d’arte, musei, borghi medievali, ristoranti, alberghi, agriturismi, ecc. il tutto a portata di pochi chilometri dal punto in cui si è atterrati. Lo scopo del progetto avioturismo, oltre ad essere rivolto all’aviazione generale e da diporto italiana è quello di attrarre l’attenzione del traffico degli aerei da turismo e ultraleggeri europei che dispongono di una flotta nettamente superiore a quella italiana.Flotta che attualmente preferisce, per varie ragioni, dirigersi verso altri paesi piuttosto che l’Italia. La potenzialità del mercato turistico europeo del diporto aereo sono grandi e si evidenziano analizzando le dimensioni della flotta aerea europea. Il bacino potenziale è oggi di circa 100.000 aeromobili. Attualmente i due flussi principali originati da Inghilterra e Germania sono orientati prevalentemente verso la Spagna passando per la Francia. Si rileva poi un traffico minore verso la Grecia, lungo la dorsale che interessa Slovenia e Croazia. In questa tratta vi sono più aeroporti di quanti ne abbia l’Italia. E il servizio offerto ai piloti in transito, a giudizio dei piloti stessi, è superiore a quello che si riscontra negli aeroporti cosiddetti minori italiani. Da notare – ha proseguito Marco Buscaroli– che la regione istriana sta intercettando il flusso di traffico verso la Grecia con un piano che vede realizzate avio superfici finanziate con risorse pubbliche. Oggi per raggiungere lo scopo sarà necessario fornire servizi efficienti agli equipaggi che atterrano e che potranno trovare nell’offerta complessiva la disponibilità di un sistema di trasporto per raggiungere una destinazione dove pernottare, passare un periodo di vacanza, un semplice fine settimana e avere a disposizione tutte le informazioni necessarie sull’offerta turistico-culturale del luogo. È un progetto molto ampio che dovrà coinvolgere oltre agli enti nazionali del volo, quali Enac e Aero Club d’Italia, anche le singole regioni, provincie, comuni, consorzi di sviluppo turistico, strutture ricettive private, musei, consorzi di produzioni di prodotti tipici, tutti i soggetti che possono avere un qualche interesse alla clientela potenziale che può arrivare in una determinata località con il proprio aereo di aviazione generale o con l’ultraleggero. In sintesi – sottolinea il Generale -l’aeroporto o l’aviosuperficie possono fortemente contribuire a portare benefici economici al territorio circostante, anche sotto l’aspetto occupazionale. Per questo era stato lanciato il progetto Avioturismo Italia, il cui obiettivo era quello di costruire una rete di collegamenti tra gli aeroporti minori, aviosuperfici, campi di volo e strutture turistico ricettive, per giungere a un inquadramento legislativo che disponesse di adeguate agevolazioni per lo sviluppo dell’attività così come avvenuto e avviene nel settore agrituristico. Del progetto erano state messe a conoscenza i ministeri competenti, i presidenti delle Regioni e, nel corso di un convegno tenutosi a Roma, gli operatori dei settori aeronautico, turistico, alberghiero e della ristorazione. Il progetto è ora articolato in cinque punti: (1) la creazione dei marchi e delle qualifiche di scalo avioturistico, azienda Avioturistica e Comune Avioturistico, denominazione controllata da attribuire alle strutture, quindi aeroporti, piste private, aviosuperfici, agriturismo, ristoranti, alberghi e ai territori comunali dotati di servizi a supporto del turismo aereo; (2) la comunicazione alle amministrazioni pubbliche provinciali e regionali da parte di AvioPortolano Italia degli elenchi degli scali, delle aziende e dei Comuni aderenti al progetto; (3) il coinvolgimento di interlocutori pubblici, privati, enti per il turismo, tour operator, testate specializzate e associazioni di categoria che condividano il progetto e intendano contribuire per portarlo a compimento; (4) la definizione di una normativa nazionale specifica, che come già è avvenuto per le strutture agrituristiche, incentivi lo sviluppo degli aeroporti minori, di nuove aviosuperfici e le opportunità di convenzioni tra le strutture di approdo aereo, le amministrazioni comunali e i sistemi turistico-ricettivi presenti sul territorio; (5) il potenziamento dell’informazione relativa agli itinerari aeroturistici e di tutti gli strumenti necessari per l’esercizio del turismo aereo. L’obiettivo finale – ha proseguito Buscaroli – è quello di pervenire alla realizzazione di una legge nazionale che analogamente a quanto avvenuto per il settore agriturismo, sostenga lo sviluppo quantitativo e qualitativo degli scali avioturistici, incentivi la nascita di nuove realtà e stimoli le opportunità di interazione tra le strutture di approdo aereo, le amministrazioni comunali e i sistemi turistico-ricettivi. Il disegno di legge per la valorizzazione e promozione del volo da diporto e sportivo e dell’avioturismo era stato consegnato alla Commissione Trasporti del Senato il 12 gennaio 2021. Con la caduta del Governo Draghi – ha concluso il Generale Buscaroli – non sono state più condotte azioni in tal senso, quindi il disegno di legge oggi è fermo.”
Formazione e sbocchi professionali
Nella prima parte dell’ultima sessione in programma di questo interessante convegno, è stato esaminato l’argomento dal titolo “Dal VDS al brevetto professionale di aereo e di elicottero”, dal Direttore dell’aeroporto Giuseppe Berardo. “Di piloti e di personale per il volo c’è sempre più richiesta – ha affermato all’inizio del suo intervento il direttore Berardo -. Le statistiche della Boeing prevedono un fabbisogno generale di quasi 1.500.000 fra piloti e tecnici aeronautici da qui al 2035. Oggi l’offerta è praticamente al di sotto delle 79.000 unità rispetto alla domanda. Quindi è necessario cercare di sfornare sempre più piloti. A Lugo – precisa il direttore – l’attività principale per il quale è nato l’aeroclub 75 anni fa era il volo da diporto, per andare in giro a divertirsi; oggi a Lugo, oltre al PPL o licenza di pilota privato, si possono conseguire anche licenze per piloti privati di aerei leggeri, oppure gli attestati per velivoli VDS basici e avanzati, per i droni, le abilitazioni all’uso dei multi engine, oltre alle abilitazioni al volo strumentale IR(A)(H), e, ovviamente, ai corsi per piloti commerciali di elicotteri CPL (A)(H), con l’utilizzo di un simulatore di volo professionale che consente di fare attività di formazione certificata su elicottero. Per quanto riguarda l’ATPL o Airline Transport Pilot License degli aerei – ha sottolineato Berardo– abbiamo un accordo con la società FTO Airline Pilot Academy di Padova, una scuola di volo per piloti di linea che comprende attività in Italia e in sedi internazionali e più precisamente negli USA, nella Repubblica Ceca e in Irlanda. A Lugo provvediamo a formare i piloti per il primo periodo di volo, da zero fino al conseguimento della licenza di pilota privato, per poi proseguire con la FTO l’attività per ottenere la licenza commerciale di aeroplano in Italia e all’estero. Il corso generale per i piloti commerciali, che si chiama ATPL Platinum, dall’inizio alla fine richiede mediamente un anno e mezzo di tempo e costa all’allievo o alla famiglia dai 70.000 agli 80.000 euro. Da considerare che un pilota quando entra in linea come primo ufficiale percepisce uno stipendio che si aggira sui 2.500-3.000 euro, fino ad arrivare con certe compagnie, dopo alcuni anni, quando sei un comandante, che si aggira sui 10.000-11.000 euro al mese. In più alcune banche praticano finanziamenti legati all’ottenimento delle licenze commerciali che producono una successiva attività lavorativa, che permettono di anticipare l’importo che vai a spendere, con una restituzione della cifra in dieci anni.” Nel concludere il suo intervento Giuseppe Berardo ha descritto in estrema sintesi cosa comprende l’Aero Club di Lugo: “In breve, vengono utilizzati sei aeromobili e due elicotteri, le aule didattiche, due officine e una foresteria, che consente di soggiornare in aeroporto agli allievi che provengono dall’esterno, più un ristorante con l’uso di mensa. ––. Esistono sul campo anche altre attività quali, l’aeromodellismo, che da oltre 60 anni si occupa di organizzare gare internazionali, tra cui la famosa ‘Coppa d’oro’, alle quali si iscrivono partecipanti da tutto il mondo, l’attività di acrobazia aerea, utilizzando un modernissimo aereo Extra 200 e le gare di rally aereo o di regolarità, che conservano una lunga tradizione sportiva di successo del sodalizio.”
Nella seconda parte di quest’ultima sessione è stato affrontato il tema “Possibilità di partnership con importati istituti scolatici e aziende di lavoro aeronautico”, curato dal Prof. Nicola Cazzamali vicario dell’Istituto Tecnico Aeronatico ITAER di Forlì. “L’ITAER, che ha formato tanti allievi del comprensorio di Lugo, Bagnacavallo, Conselice, Alfonsine, oggi comandanti di aerei di linea – ha affermato il Prof. Cazzamali -, è una delle tre scuole vere dell’aeronautica e la più grande in Italia. Quest’anno abbiamo raggiunto 203 iscritti in prima, anche se è una scuola costosa nonostante sia pubblica, perché il 60% dell’utenza viene dal di fuori e devono soggiornare a Forlì, e fa parte del polo aeronautico della Città di Forlì, che comprende Ingegneria aerospaziale, ENAV e l’aeroporto. L’aeroporto di Forlì – ha proseguito il Professore – può essere un’opportunità, ma non per noi come scuola. Là c’è anche una scuola di volo, ma noi per servici dell’aeroporto dobbiamo ottenere determinati permessi per entrare. Basta pensare che per ogni ragazzo, e ne abbiamo 1.000, ci costa due euro ad ingresso. E dobbiamo mandare gli elenchi due settimane prima, rinnovabili la sera prima, ecco perché l’aeroporto di Forlì non ci viene in aiuto. Ecco che un piccolo aeroporto come quello di Lugo per noi sarebbe un’opportunità molto interessante. Non solo dal punto di vista del pilotaggio ma anche da quello della manutenzione. Noi oltre ad avere il corso di ‘conduzione del mezzo’, – ha sottolineato il Prof. Cazzamali – abbiamo quattro classi quinte per cui ‘sforniamo’ quest’anno 90 possibili piloti. Basta pensare che nel mondo aeronautico la richiesta è stata crescente dopo il Covid per i pensionamenti e prepensionamenti che ci sono stati per il cambio generazionale. L’anno scorso abbiamo fatto un convegno con l’amministratore di Ryanair che ha chiesto 10.000 piloti nei prossimi cinque anni: cifre inarrivabili. Oltre alla parte di conduzione c’è la parte di costruzione e manutenzione. Quello che ci piacerebbe fare oltre a valorizzare la parte già esistente della conduzione del mezzo aereo – ha evidenziato il Professore – è quella della manutenzione. Se di piloti ne servono 10.000 di manutentori ne servono 30.000, ma anche del personale di bordo o di terra. Per cui servirebbe implementare, dal punto di vista collaborativo con l’aeroporto di Lugo e l’Aero Club “Francesco Baracca”, tutte queste relazioni per formare personale inerente al mondo dell’aeronautica. Un altro aspetto importante è l’attuazione dei nostri progetti all’interno della scuola. Noi facciamo un progetto che si chiama ‘Laboratorio Volo’, nel quale i ragazzi volano già nelle classi quarta e quinta, ma si inizia anche in terza. Per spostarsi da Forlì a Lugo con un autobus per una ventina di persone ci costa 1.000 euro. Considerato che abbiamo circa 35 classi i costi sono proibitivi per noi. E non possiamo far spendere 35 o 40 euro a testa alle famiglie. La logistica è molto importante. Nel 2015, tramite l’aiuto dell’amministrazione comunale che c’era allora abbiamo ottenuto un collegamento diretto tra la linea di Lugo con la linea di Forlì, per quanto riguarda gli autobus. Ci piacerebbe implementare questo collegamento e le relazioni per crescere in futuro. Da poco abbiamo portato in consiglio d’istituto le convenzioni da attuare con le possibili scuole e ci piacerebbe sottoscriverne una con Lugo. In istituto – ha concluso il suo intervento il Prof. Cazzamali – abbiamo avuto un aumento degli iscritti residenti nella zona di circa 50 ragazzi, che sono pari a due classi e rappresentano ulteriori possibilità per la scuola di volo lughese perché è più facile che vengano a Lugo piuttosto che vadano da altre parti.
L’ultimo intervento è stato quello del moderatore del convegno, Dott. FabrizioS. Bovi per una precisazione riguardo i dati relativi al fabbisogno di personale nell’ambito dell’aviazione commerciale: secondo Global Market Forecast 2025 della Airbus, da oggi al 2035, le stime parlano di assumere 550.000 piloti e 750.000 tecnici aeronautici; cifre leggermente inferiori alle previsioni fornite dalla Boeing citate in precedenza durante l’incontro.
Il convegno si è concluso con i saluti del Presidente dell’Aero Club di Lugo, Oriano Callegati che ha ringraziato tutti di essere intervenuti, in particolar modo la Banca Mediolanum, che ha supportato il sodalizio durante questo convegno, l’Enac, che ha permesso di avere come ospiti l’Ing. Drago e Matteo Dal Ben, che è l‘interlocutore diretto dell’Aero Club di Lugo, la Sindaca di Lugo Elena Zannoni e l’Amministrazione comunale tutta, che è sempre vicina all’aeroclub, il Presidente dell’Aero Club d’ItaliaStefano Arcifa, e il relatore del convegno Dott. Fabrizio Bovi, il presidente del Comitato della Bassa Romagna della Croce Rossa Luigi Farina, e tutti gli altri relatori che hanno partecipato, oltre al pubblico e agli amici di altri aeroclub collegati da ore via Web. Il Presidente Callegati si è congedato dai presenti con un auspicio: “Quello di oggi è un seme che abbiamo piantato; speriamo di far crescere un grande albero.”